Liturgia

LA SANTA LITURGIA

 

“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto” (Gv 15,5-8).

 

L’opera della Redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell’Antico Testamento, è stata  compiuta da Cristo Signore, specialmente per mezzo del Mistero pasquale della sua beata Passione, Risurrezione da Morte e gloriosa Ascensione. “Non vi è altro mistero di Dio, se non Cristo”, asserisce S. Agostino. Il Signore, crocifisso e risorto, è il sacramento primordiale, in cui il Padre si è fatto definitivamente vicino, per donarci lo Spirito Santo e la vita eterna.  

  

Il termine “Liturgia” significa:

                     servizio da parte del popolo

                     servizio in favore del popolo.

Si può leggere quindi in due modi: opera del popolo cioè azione comunitaria della Chiesa; ed opera per il popolo cioè opera di Dio per il suo popolo. I soggetti quindi sono due: DIO e il POPOLO. Due sono i moti relativi alla Liturgia: DISCENDENTE: Dio verso il suo popolo; ASCENDENTE: la lode del popolo a Dio. In ogni azione liturgica, cioè, Dio si fa presente per dirci amorevolmente: “Tu sei il mio popolo”, e noi  rispondiamo con riconoscenza: “Tu sei il nostro Dio”.

La Liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. Infatti le fatiche apostoliche hanno questo scopo: che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, partecipino al Sacrificio e mangino la cena del Signore. Mediante le celebrazioni liturgiche, il Signore Gesù, crocifisso e risorto, ci viene incontro personalmente in modo conforme alla nostra condizione storica. Ci comunica il dono pasquale del suo Spirito e della vita nuova, che santifica la nostra esistenza nelle molteplici situazioni, a lode di Dio Padre. Davvero nella Liturgia della Chiesa è presente il Signore risorto e ci rende partecipi della sua vittoria pasquale sulla morte! Non solo: attraverso i riti liturgici, Egli ci introduce nella comunione con Dio e, sostenuti dalla sua grazia,  ci abilita ad offrire la nostra vita al Padre nell’obbedienza quotidiana alla sua volontà. E’ nei sacramenti e soprattutto nell’Eucaristia, che Cristo Gesù agisce in pienezza per la trasformazione degli uomini. La Chiesa non dispone dei sacramenti a suo piacimento; li riceve e li custodisce fedelmente. Il loro autore è il Signore Gesù, che li ha istituiti una volta per sempre e ogni volta agisce in essi per comunicare lo Spirito e la vita nuova. La celebrazione è un incontro con lui. Scriveva S. Ambrogio: “Non per via di specchi, né per mezzo di enigmi, ma faccia a faccia ti sei mostrato a me, o Cristo, e io nei tuoi sacramenti trovo te”. 

La Liturgia è innanzitutto azione di Cristo, eterno sacerdote; ma è anche celebrazione della Chiesa, intimamente associata a lui nel santificare gli uomini e nel lodare il Padre. E’ tutta la Comunità, il Corpo di Cristo unito al suo capo che celebra. L’assemblea che celebra è la comunità dei battezzati i quali, per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo, vengono consacrati a formare una dimora  spirituale e un sacerdozio santo. Questo “sacerdozio comune” (ricevuto nel battesimo) è quello di Cristo, unico Sacerdote, partecipato da tutte le sue membra.

Quando si dice che l’assemblea “celebra”, cosa si intende? Celebrare rimanda a quello che può essere un invito ad una festa. Chi invita prepara in modo accogliente il luogo d’incontro, poi fa trovare agli ospiti cibo, bevande, musica, regali… E chi invece è invitato? Prima di tutto si reca all’incontro con gioia e, come riconoscenza peressere stato chiamato alla festa, porta un segno, un dono. Così, c’è un reciproco scambio di attenzioni e si crea unione, comunione, gioia. “Celebrare” nella Liturgia  ricorda questo incontro. Il Signore ci chiama perché siamo la sua famiglia, figli nel Figlio. Si intrattiene con noi come con amici, parlandoci attraverso le Sacre Scritture, ci dona il Suo Figlio nell’Eucaristia perché abbiamo la forza di essere luce e sale della terra, ma soprattutto perché possiamo conoscerLo sempre più intimamente. A questo amore cosa rispondiamo? Partecipando attivamente (non come muti spettatori) alla celebrazione: cantando con gioia sapendo che non siamo soli, ma una grande famiglia unita da Cristo; rispondendo  alle preghiere pensando a ciò che si dice; ascoltando con cuore aperto e disponibile la Parola proclamata; ricevendo il Corpo di Cristo con gratitudine e adorazione… Questo significa prendere parte alla celebrazione consapevolmente, attivamente e fruttuosamente.

Chiediamoci: qual è la presenza di Cristo nella Liturgia?  Per realizzare l’pera della salvezza, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle azioni liturgiche. E’ presente nel Sacrificio della messa sia nella persona del ministro, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. E’ presente con la sua virtù nei Sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. E’ presente nella sua Parola, poiché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la  Sacra Scrittura. E’ presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro”    (Mt 18,20).

La Liturgia spinge i fedeli, nutriti dei “sacramenti pasquali”, a vivere in perfetta unione , domanda che esprimano nella vita quanto hanno ricevuto con la fede. La rinnovazione poi dell’alleanza del Signore con gli uomini nell’Eucaristia, conduce e accende i fedeli nella pressante carità di Cristo. Dalla Liturgia dunque, particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia,  e si ottiene con la massima efficacia, quella santificazione degli uomini e glorificazione di Dio in Cristo, verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa. Ad ottenere però, questa piena efficacia, è necessario che i fedeli si accostino alla sacra Liturgia, conoscendo quello che si fa, aderendo a ciò che si dice e cooperando alla grazia divina per non riceverla invano. La vita spirituale, tuttavia, non si esaurisce nella partecipazione alla sola sacra Liturgia. Il cristiano, infatti, è chiamato alla preghiera in comune ma è invitato anche – secondo l’esortazione del Signore Gesù – ad entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto.