Commento alla Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo – Anno B

CORPOESANGUE

Domenica 2 Giugno 2024

«Prendete, questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue dell’alleanza»

 INTRODUZIONE

G – Celebriamo oggi la solennità Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Viviamo il mistero dell’alleanza di Dio con l’umanità, un progetto prefigurato attraverso la storia del popolo d’Israele e portato a compimento attraverso la persona di Gesù Cristo. Nello stesso tempo la Liturgia riflette sul senso della Comunità cristiana, chiamata ad essere nel mondo testimone continuo della medesima alleanza. Il dono che Gesù fa di sé stesso rimane presente e comunicato attraverso diversi segni, tra i quali per la vita cristiana occupa un ruolo determinante il memoriale eucaristico: il sacramento del suo sacrificio diventa opportunità di comunione offerta a tutta l’umanità. Come sempre invitiamo tutti alla preghiera corale, a partecipare ai canti con l’ausilio del libretto e a silenziare i cellulari.

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

G – Gesù, sommo sacerdote, con la propria morte inaugura con l’umanità una nuova alleanza, confermando il patto d’amore voluto da Dio fin dai tempi di Mosè ed ora pienamente compiuto dal dono di sé del Figlio, che si offre come pane e come vino.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G – Con il pane, il vino e il cesto della solidarietà doni messi nelle nostre mani, ma anche frutto del lavoro e dell’impegno, dell’unione di tanti chicchi e di tanti acini con la dedizione e il sacrificio dell’umanità.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE

G – Quella sera, nel contesto della cena pasquale, tu hai fatto due gesti semplici, Gesù. Quel pane spezzato è la tua vita, donata a tutti, senza nulla trattenere. Hai speso ogni istante a favore dei piccoli, dei poveri, dei malati. Hai guarito e richiamato all’esistenza, hai rigenerato a nuova vita offrendo misericordia e perdono. Ora è giunto il momento di suggellare ogni parola e ogni gesto, consegnandoti nelle mani dei nemici. Quel vino è il sangue versato per un’alleanza nuova, tra Dio e l’umanità, un vincolo che lega per sempre il Creatore e le creature, perché l’amore è più forte di ogni rifiuto e di ogni ingratitudine. Quel pane e quel vino sono il viatico per il nostro pellegrinaggio terreno, sono il sostegno alla nostra fatica, il cibo che nutre la nostra speranza.