Commento alla IV Domenica di Pasqua – Anno B

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LXI GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI Tema: “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”

 21 Aprile 2024

 In Cristo buon pastore ti prendi cura delle nostre infermità

 

INTRODUZIONE

G – Celebriamo la Quarta Domenica di Pasqua. Gesù risorto si presenta oggi come il Pastore bello/buono che offre la vita per il gregge, immagine che ben si lega alla Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, che celebriamo oggi in comunione con tutta la Chiesa. Ogni vocazione — non solo quelle di speciale consacrazione — trova nella conformazione a Gesù buon Pastore il suo modo di essere e di agire: in Lui è legata l’esclusività e l’universalità della salvezza, in Lui si rivela pienamente il nostro essere figli di Dio. La Liturgia che ci apprestiamo a celebrare ci confermi nelle nostre particolari vocazioni e, in particolare, nel Sacerdozio battesimale, che esige da parte nostra l’annuncio e la testimonianza a tutte le genti della Salvezza operata da Cristo nel Mistero pasquale. Come sempre invitiamo tutti alla preghiera corale, a partecipare ai canti con l’ausilio del libretto e a silenziare i cellulari.

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

G – Il nome di Dio, nel testo biblico, è legato a una storia di alleanza e di fedeltà. Questo nome, dopo la risurrezione, è quello di Gesù, il buon Pastore che dona la propria vita per portare in salvo le proprie pecore.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G – Con il pane, il vino e il cesto della solidarietà portiamo all’altare i nostri cuori e tutte le fatiche pastorali di ogni battezzato, perché trovino nel Risorto buon Pastore, risposte e significato.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE

G – Non ci mancano, Gesù, uomini e donne, disposti a farci da guide: ci chiedono di dar loro fiducia, di abbracciare le loro convinzioni, di affrontare i sacrifici necessari per dare successo alla loro causa. Tu, Gesù, sei l’unico a non sprecare parole e a offrirci la sola ragione che può indurci a mettere la nostra esistenza nelle tue mani: tu hai dato la vita per le tue pecore, l’hai spezzata come un pane buono, l’hai offerta come si fa con quanto si ha di più prezioso. Ti sei esposto, hai accettato tutti i rischi che affrontano coloro che amano e hai pagato di persona perché questo era il sigillo con cui coronavi la tua vita. Non hai trattenuto nulla per te perché hai donato tutto: l’energia di ogni giorno fino a tarda sera, le parole e i gesti che rincuorano, che guariscono, che sollevano. Ecco perché ti dico: «Solo tu sei il mio pastore, solo tu perché ti prendi cura di me e mi conduci alle sorgenti della vita».