Commento alla XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Vangelo della domenica (13 settembre) / Gesù insegna con amore il perdono  vicendevole -

– 20 Settembre 2020 –

«Il padrone ebbe compassione di quel servo»

INTRODUZIONE

G. – Vivere e condividere il perdono di Dio. Celebriamo oggi la XXIV domenica del tempo ordinario. La legge del taglione, «occhio per occhio e dente per dente», poneva una perfetta corrispondenza fra il danno causato e la pena inflitta. Dio, però, esige molto di più dal credente: egli deve imitare il comportamento di Dio e imparare ad aprire il cuore al perdono. L’esperienza ha insegnato a Gesù Ben Sira che la vendetta, le liti e i risentimenti rovinano i buoni rapporti tra gli uomini ed esorta perciò a vincerli con il perdono. Con la sua morte e risurrezione, Cristo ha stabilito il suo dominio su tutti gli uomini. Abbiamo il dovere di riconoscerlo come nostra guida, modello da imitare, termine ultimo della nostra speranza. Siamo i servi del suo amore, e nei riguardi dei fratelli non dobbiamo comportarci con severità e durezza, ma imitarlo nella dolcezza e nella misericordia, astenendoci soprattutto dal giudicare i fratelli e condannarli senza appello. La misericordia di Dio è senza limiti e il suo giudizio verso i peccatori è sempre un giudizio di perdono. Da questo atteggiamento di Dio nasce per il cristiano l’esigenza di perdonare il prossimo con la stessa larghezza e misericordia con la quale lui stesso è perdonato da Dio. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la capacità di non essere ripiegati sui propri bisogni.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Il Padre tuo ci usa una misericordia senza limiti, non pone confini alla sua bontà, anche se molte volte noi ne approfittiamo. E allora perché siamo così severi, inflessibili, duri, senza pietà nei confronti dei nostri fratelli? Perché non riusciamo a passar sopra ad uno sgarbo, ad un’ingiustizia, ad uno sgambetto o a una parola di troppo? Perché facilmente sorge dentro di noi il sentimento del rancore o addirittura la voglia di vendetta? A rigor di logica non possiamo ignorare che, nella nostra fragilità, abbiamo assoluto bisogno del perdono di Dio e degli altri. Ma perché poi ci comportiamo in un modo dissennato, negando ai nostri debitori quello che ci è stato dato con larghezza del tutto immeritata?  La tua parabola, Gesù, ci mette tutti con le spalle al muro, di fronte alle nostre responsabilità e ci ricorda che non saremo perdonati se non avremo donato agli altri quello che vogliamo ricevere da Dio. Gesù, insegnaci la strada della compassione e della pietà. Strappaci alla pretesa assurda di essere giudici implacabili del nostro prossimo.