Commento alla XXXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

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– 3 novembre 2019 –

  «Zaccheo disse al Signore: «Ecco, Signore,io do la metà di ciò che possiedo ai poveri…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXXI domenica del tempo ordinario. Le letture dell’odierna domenica parlano ancora una volta dell’amore di Dio nei confronti degli uomini, soprattutto dei più lontani e di coloro che, almeno all’apparenza, sembrano essere destinati al fallimento. Con il racconto di Zaccheo, l’evangelista Luca riassume mirabilmente il significato della missione di Gesù, venuto nel mondo non per giudicare ma per cercare e salvare ciò che era perduto, portando così a compimento il disegno di salvezza del Padre. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di vincere l’odio e le ingiustizie.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Quell’uomo, Gesù, non era proprio uno stinco di santo: in fondo, dobbiamo ammetterlo, il disprezzo che la gente gli riserva è giustificato, motivato. La sua ricchezza, enorme, viene dal suo mestiere: capo dei pubblicani. Uno che se la fa con gli occupanti, gli odiati dominatori romani, uno che ha costruito la sua fortuna ingannando e spremendo la povera gente, uno che probabilmente si aspetta da te parole severe di rimprovero. E invece tu ti comporti in modo imprevisto. Mentre tutti lo scansano o lo condannano, tu gli riservi uno sguardo d’amore. Tutti vedono lo strozzino, tu riconosci il figlio di Abramo sotto il cumulo dei soprusi commessi. Tutti si ergono a suoi giudici e hanno già pronta la sentenza, tu gli riservi accoglienza e misericordia. Tutti bruciano dal desiderio di vederlo svergognato in pubblico, tu gli domandi di ospitarti in casa tua. Tutti attendono che tu gli ponga condizioni dure per ottenere il perdono e tu invece lasci che sia lui a decidere da solo, liberamente, quale strada percorrere per dimostrare che è diventato una persona diversa. Sono i prodigi provocati dal tuo amore che trasforma l’esistenza di una persona.