Commento alla XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

XXXII Domenica del Tempo Ordinario Anno C

Domenica 6 Novembre 2016

Gesù disse ad alcuni sadducei:  «Dio non è dei morti, ma dei viventi»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXXII domenica del tempo ordinario. La risposta che Gesù dà ai sadducei, che lo interrogavano sul destino dell’uomo oltre la morte, non si limita ad affermare la speranza nella risurrezione, ma sposta l’orizzonte di discussione: mette in questione l’immagine di Dio che sta dietro le loro posizioni, e più precisamente lega Dio alla vita, non a ciò che è morto. E solo nell’orizzonte di questo nesso irrinunciabile di Dio con la vita è possibile una fede nella risurrezione ad opera di Dio. Ora, questa affermazione di Gesù implica anche la necessità di rivedere la nostra immagine di Dio: fino a che punto Dio è per noi il Vivente, colui dal quale abbiamo vita? Un Dio solo frutto di riflessione astratta non diventa sorgente di vita: il “senso di Dio” si atrofizza, si riduce, scompare. Dio è la “verità” dell’uomo e la “vita” solo se è al centro di una relazione personale capace di creare vita e di rinnovarla in continuazione. L’affermazione di Gesù nel Vangelo, secondo la quale Dio non è un Dio dei morti ma dei vivi, non è fondata su argomentazioni scientifiche, ma sulla logica della fede: è la relazione con Dio che fonda la speranza che egli non ci abbandoni nella morte. Questa convinzione deve trasfigurare anche la nostra vita, rendendola sempre più vitale, più animata dallo Spirito del Dio vivente. Come sempre ricordiamo l’importanza della partecipazione, di spegnere i cellulari e di non parlare ma di pregare.
OFFERTA DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore gesti concreti di amore per noi e i fratelli.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Sono in molti, Gesù, ad immaginare il mondo nuovo che tu prepari semplicemente come una riverniciatura, un abbellimento della realtà che conosciamo, con l’eliminazione di qualche stortura. Sono in molti, Gesù, ad accontentarsi di una vita che ha tutti i connotati di questa che ben conosciamo, dei legami già istituiti, delle abitudini costruite nel tempo, degli assetti a cui ci siamo adattati. E invece no. Quello che tu ci prometti è un mondo segnato dalla novità, in cui il tuo amore trova compimento e riesce a distruggere tutto ciò che rovina l’esistenza degli uomini, tutto ciò che provoca sofferenza e genera divisione e angoscia,
tutto ciò che alimenta gli istinti più bassi, i comportamenti più egoistici, i disegni più meschini. Strappaci, dunque, Signore Gesù, alle nostre rappresentazioni limitate, alle nostre attese prive di respiro e donaci di aprire il cuore e l’intelligenza alla fantasia dello Spirito. Insegnaci a diventare figli e figlie della risurrezione, che già percorrono i sentieri inediti di una terra nuova in cui mettono radice la giustizia e la pace e le armi da guerra scompaiono, rimpiazzate dai gesti dell’accoglienza senza limiti. Ti preghiamo Signore e ti affidiamo anche questi ragazzi e giovani che oggi, dalle mani del nostro Arcivescovo, hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo. Li affidiamo a te perchè consapevoli della Confermazione ricevuta sappiamo far crescere la Comunità e la Società con il tuo amore e i loro carismi.