Commento alla XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Domenica 22 Ottobre 2016

Giubileo Parrocchiale della Misericordia

«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXX Domenica del Tempo Ordinario. Gesù inaugura, con la sua vita e la sua parola, il regno di Dio nel quale trova pienezza il destino dell’essere umano e del cosmo intero: per questo la fede in lui è per noi causa di salvezza. Egli solo ci conduce all’incontro con il Padre, la cui “giustificazione” è per noi grazia e non conquista. La nostra ricerca di lui può svolgersi solo nell’umiltà del pubblicano, non nell’orgoglio religioso del fariseo: è una ricerca che implica riconoscimento della condizione di creature e accettazione della nostra vulnerabilità, per aprirci fiduciosamente alla sua misericordia. Giustificazione allora significa rinnovamento di noi stessi ad opera di Dio: la fede, infatti, ci rende figli e chiede a noi una vita di figli. Nel Vangelo ci è presentato il contrasto tra la preghiera del fariseo e quella del pubblicano: è un quadro che interpella la nostra immagine di vita “religiosa” e ci pone davanti ad una scelta, quella di intendere la religione come pratica istituzionale esteriore e formale, oppure quella di cercare la salvezza dalla nostra povertà nell’affidarci al Padre. Secondo il vangelo viene giustificato chi si fida di Dio e non chi fonda la propria sicurezza nelle sue opere. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, di partecipare alla preghiera anche con i canti e di non parlare durante la celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra capacità di scelta nel fare il bene.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Perdonami, Signore Gesù, per tutte le volte che sono venuto a te con l’arroganza del fariseo, pronto a segnalare quello che ho fatto per te, ad esibire i miei meriti, a produrre tutto ciò che costituisce il mio tesoro di buone opere. Grazie, Signore Gesù, perché di tanto in tanto la mia stupidità, il mio peccato mi rimettono con i piedi per terra e allora vengo a te con uno spirito contrito e riconosco quanto la tua bontà sia grande ed immeritata. Perdonami, Signore Gesù, per tutte le volte che ho giudicato i miei fratelli e i miei vicini, disposto a riconoscere la pagliuzza che è nel loro occhio, senza avvedermi della trave che è nel mio, senza uno sguardo di benevolenza, ma con la durezza impietosa di chi si ritiene sempre nel giusto. Grazie, Signore Gesù, perché talvolta tu mi raggiungi attraverso la tua Parola e mi fai cogliere i miei sbagli, i miei difetti, le mie inadempienze e così mi induci a scendere dal piedistallo e a ritrovare il senso della realtà, l’umiltà e la riconoscenza del figlio, la benevolenza e l’amabilità del fratello, la gratuita generosità di chi serve. Grazie Signore anche per il dono dell’Anno della Misericordia che noi Comunità di S. Maria del Rovo in questo giorno lo viviamo ancora con più intensità perchè ci chiami a varcare la soglia della Porta Santa aperta dal Vescovo nel nostro Duomo cittadino. Questa domenca  l’hai pensata santa per tutti noi,  non permettere che l’indifferenza, la poca fede e il demonio ci scoraggino e non ci facciano vivere al meglio e nella vera conversione del cuore questa ulteriore occasione offerta dal tuo infinito amore misericordioso.