Commento alla XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Domenica 18 Settembre 2016

 «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare…»

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXV Domenica del Tempo Ordinario. In una visione di fede vera, dove si afferma il primato di Dio, i profeti non hanno mai smesso di denunciare l’ipocrisia come comportamento che falsifica la relazione religiosa. Il vangelo della misericordia divina non annuncia una «grazia a buon mercato», ma un dono impegnativo: per il “ricco” accogliere tale annuncio vuol dire trasformare i beni da oggetto di egoismo individualistico a strumento di condivisione, in funzione di quella comunione che può crearsi attorno alla centralità di Dio nella vita. Questo è il significato dell’enigmatica espressione del vangelo: «Procuratevi amici con la disonesta ricchezza». La religiosità di chi è convinto ba-stino poche pratiche di culto per mettere la coscienza a posto e così comprare la benevolenza divina è contraria al vangelo di Gesù Cristo. Nel Vangelo la parabola dell’amministratore disonesto ci pone davanti all’esigenza radicale del regno di Dio annunciato da Gesù: sottrarsi alla schiavitù dei beni terreni, in particolare alla schiavitù del denaro, per creare una comunità di fratelli, in cui si riconosca l’uguaglianza in dignità e si pratichi la giustizia soprattutto verso i più deboli. In questa celebrazione come tutte le chiese di Italia oggi preghiamo e vogliamo essere vicini ai nostri fratelli terremotati. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, di partecipare alla preghiera anche con i canti e di non parlare durante la celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di non sciupare la vita e i suoi doni.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Nel trattare il denaro, è vero, noi diamo prova di una grande prontezza e rapidità di riflessi. E, in fondo, Gesù, investiamo su qualcosa che è effimero e non ci accompagnerà per sempre. Perché non siamo pronti ad adottare lo stesso atteggiamento quando è in gioco la causa dei poveri, quando si tratta di tirar fuori qualcuno dalla sua miseria, dal baratro di rovina in cui è caduto? Siamo pronti a spendere del tempo per valutare le condizioni migliori offerte per piazzare il nostro denaro, ma non sembra che adottiamo un atteggiamento analogo quando si tratta di strappare qualcuno alla fame, alla malattia, ad un futuro fosco di penuria. Ecco perché, Gesù, tu ci metti in guardia dal denaro che possediamo, dal denaro che accumuliamo e da tutto ciò che riteniamo la nostra ricchezza per la quale siamo disposti ad affrontare qualsiasi sacrificio. Donaci, dunque, uno sguardo nuovo, il tuo sguardo limpido e saggio e una coscienza nuova che avverte il senso dell’intollerabile. Liberaci dall’egoismo gretto e dalla cupidigia, dalla durezza del cuore che ci chiude a Dio e ai fratelli. Come richiesto dai Vescovi Italiani anche noi oggi partecipiamo alla preghiera e alla raccolta straordinaria per i terremotati dell’Italia Centrale. Tutti coloro che vogliono, possono o che non l’hanno ancora fatto possono lasciare la propria offerta nei cestini all’ingresso della chiesa. Grazie per la generosità.