Commento alla XX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Domenica 14 Agosto 2016

«Pensate che io sia venuto a portare pace? No, io vi dico, ma divisione»

INTRODUZIONE

G. – Siamo abituati a pensare Gesù come annunciatore della non violenza e le parole del vangelo oggi proclamato nella liturgia potrebbero sembrare in contraddizione con la nostra immagine di lui. Gesù ha predicato certamente la pace, ma non una pace facile. Gesù non è un rappresentante dell’ideologia “pacifista”. Davanti alla propria missione Gesù vive l’anelito che crea tensione: un desiderio di compimento che interpella. E così gli animi possono dividersi e anche in seno alle relazioni umane più forti possono crearsi conflitti: Gesù può essere segno di contraddizione . La mitezza evangelica, infatti, non è da confondere con un temperamento remissivo. Non si identifica con la rassegnazione passiva, né con l’atteggiamento gregario e tanto meno con l’indifferenza: e proprio in questa lotta per il regno di Dio abbiamo bisogno di sentire Dio come nostra “difesa”. La prima parte del vangelo presenta l’atteggiamento di Gesù di fronte alla prospettiva della sua passione: parla di un battesimo di sofferenza, in cui egli avverte di essere immerso. E tuttavia arde dal desiderio di portare a compimento la sua missione: portare sulla terra il fuoco dello Spirito, affinché il mondo venga purificato. Perciò gli uomini sono posti di fronte ad una scelta di campo, che può provocare anche divisioni. Raccomandiamo la partecipazione attiva, di spegnere i cellulari e di non parlare durante tutta la celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino e il cesto di solidarietà offriamo al Signore la nostra libertà perchè ciascuno ne comprenda l’importanza e la utilizzi sempre per il bene del prossimo.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Perché il disegno del Padre si realizzi, tu, Gesù, dovrai affrontare un passaggio angusto, una prova terribile che prevede l’immersione nella morte attraverso una sofferenza ingiusta ed una solitudine drammatica. Tu sai bene, dunque, a che cosa vai incontro, ma hai deciso di non sottrarti alla violenza che si sta per rovesciare su di te, agli insulti, agli scherni, alle beffe di cui sarai oggetto indifeso. Disarmato, tu sei pronto ad affrontare tutto questo non con il fatalismo della vittima ma con l’amore ardente del Testimone, con la decisione lucida del Profeta, con l’abbandono fiducioso del Figlio. Proprio attraverso il tuo sacrificio, l’offerta generosa della tua vita, tu getti fuoco sulla terra perché venga trasformata dall’azione dello Spirito. È duro, Gesù, per ogni discepolo
accettare questa strada, seguirti nel percorso che hai tracciato. Quante volte sogniamo di evitare il Calvario, di sbarazzarci della croce, di trovare una scorciatoia verso la risurrezione. Ma non ci sono alternative: anche noi, discepoli, dobbiamo passare per la prova che tu hai attraversato.