Commento alla III Domenica di Pasqua – Anno C

Domenica 10 Aprile 2016

 «Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.»

 

INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la III Domenica di Pasqua. Gesù si fa vedere ai discepoli per quello che è, colui che offre se stesso per saziare la fame di vita dell’umanità. Nel simbolo di un pasto da lui stesso preparato il vangelo ci offre un’immagine rivelatrice: da una parte Gesù offre gratuitamente il suo dono, dall’altra chiede di corrispondere con il dono di una vita secondo il suo esempio. Ecco la missione affidata ai discepoli di ogni tempo: portare a lui l’umanità. È il messaggio che ogni eucaristia domenicale trasmette a chi vi partecipa. Come sempre ricordiamo di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa, di non parlare durante la celebrazione e di partecipare alla preghiera con fede e ardore.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore i luoghi della nostra quotidianità.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Tu ti riveli ai discepoli, Gesù, proprio là dove tutto è cominciato, in quel lago in cui hai chiesto loro di lasciare tutto per diventare pescatori di uomini. Tu ti manifesti nel bel mezzo del loro scoraggiamento, mentre si trovano a mani vuote dopo aver faticato invano. La pesca abbondante che li attende non è senz’altro il frutto della loro abilità, delle loro risorse: è piuttosto un dono che tu riservi loro per mostrare come il tuo amore continui ad accompagnarli, nonostante la loro fragilità. Anche a noi, Gesù, tu vieni incontro quando meno ce lo aspettiamo, proprio nel momento in cui vorremmo gettare la spugna. E ci ricordi che l’importante non è fare progetti articolati o investire mezzi a profusione, ma fidarsi di te, che ti servi della nostra inadeguatezza per produrre frutti insperati. Quando la rete è carica di pesci, non è proprio il momento di inorgoglirsi perché sei tu che hai fatto il più e noi ci siamo limitati a prestarti le mani o la voce, a non ostacolare la tua opera, a non contrastare i tuoi disegni