Commento alla II Domenica di Pasqua – Anna C

Domenica 3 Aprile 2016

 «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani…»

 

INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la II Domenica di Pasqua. Misericordia e perdono: questi sono i poteri del Risorto, che egli trasmetterà alla sua comunità. L’uomo “pasquale” è l’uomo rinnovato dalla energia vitale che sprigiona dalla risurrezione di Gesù e che accetta di collaborare per diffondere qui il suo regno. Gesù ha bisogno di una ‘chiesa’ che sia segno della sua presenza anche nel mondo d’oggi, che contro ogni forma di violenza e di disgregazione testimoni la comunione. La libertà pasquale non può rimanere solo interiore: se è libertà vera, deve investire tutta la persona e diffondersi attorno nel creare una comunità autenticamente umanizzata. Come sempre ricordiamo di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa, di non parlare durante la celebrazione e di partecipare alla preghiera con fede e ardore.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra vita segnata dalla gioia del Risorto.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – È per noi, Gesù, la tua pace, una pace guadagnata a caro prezzo, grazie all’offerta della tua vita, una pace da non confondere con la tranquillità e il compromesso che spesso mascherano situazioni in cui i problemi sono ignorati e la giustizia è stata calpestata per cedere agli interessi del più forte. È per noi, Gesù, la tua misericordia, il tuo perdono donato a dismisura a tutti coloro che l’invocano e sono disposti a cambiare vita. È per noi, Gesù, la gioia generata dalla tua presenza tra noi, un dono che rincuora e sostiene, nella nostra ricerca quotidiana in mezzo alle prove e alle difficoltà. È questa gioia che abita la nostra esistenza anche quando ci chiedi di misurarci con le ostilità e con i soprusi e di amare anche quelli che ci fanno del male, proprio come hai fatto tu. È per noi, Gesù, la beatitudine che tu proclami davanti a Tommaso, per noi che crediamo in te anche se non abbiamo la possibilità di vederti e di toccarti. E tuttavia ti abbiamo affidato la nostra vita, sicuri di averla messa in buone mani, le mani segnate dai chiodi e divenute per sempre strumento della tua tenerezza e della tua compassione.