Commento alla Solennità di Pasqua – Anno C

Domenica 27 Marzo 2016

«Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro.»

 

INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la solennità della Resurrezione di Gesù dalla morte. Un popolo di persone liberate cammina verso la vita che scaturisce dalla Pasqua. Secondo il linguaggio evangelico si tratta di un «rinascere a vita nuova»: mentre per il dono della vita naturale non ci è stato chiesto il nostro consenso, per la vita dello Spirito è necessaria la nostra libera e consapevole adesione. Per descrivere questa vita e il suo significato Paolo utilizza la metafora del “lievito”: il Risorto può immettere in noi una energia trasformante, che modifica la nostra esistenza e può irraggiare la sua forza anche a chi vive attorno a noi. Come sempre ricordiamo di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa, di non parlare durante la celebrazione e di partecipare alla preghiera con fede e ardore.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra vita segnata dalla gioia del Risorto.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. Lui, Giovanni, non ti ha abbandonato e ti ha seguito fino ai piedi della croce per raccogliere le tue ultime parole, per ricevere in dono la madre tua. Lui, Giovanni, non è entrato per primo nel sepolcro perché ha riconosciuto il ruolo di Pietro, la missione che gli è stata affidata e che il triplice rinnegamento non ha annullato per sempre. Ed è proprio lui, Giovanni, il discepolo che si è lasciato amare, a credere per primo che tu sei risorto e vivo. Seguendo lui, anche noi possiamo giungere alla fede. Se rinunciamo alla pretesa di nascondere la nostra fragilità, di conquistarti con il nostro coraggio… Se accettiamo di lasciarci amare così come siamo, con i nostri peccati, senza accampare meriti, senza la presunzione di resistere quando arriva l’ora della prova… Se siamo disposti ad accogliere un progetto che ci supera da ogni parte e che va ben al di là di ogni nostra immaginazione… Allora anche a noi è offerto il dono della fede. Allora anche noi possiamo cantare finalmente l’Alleluia che rincuora i poveri della terra e apre alla speranza di un mondo nuovo