Commento alla XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

25 Ottobre 2015

Il Sacerdote giusto e compassionevole
verso coloro che gemono nell’oppressione e nel pianto

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XXX Domenica del Tempo Ordinario. Il Signore invita tutti gli uomini a godere della sua presenza che salva. Siano essi ciechi, zoppi, deboli o forti, sono chiamati a fare esperienza della bontà e misericordia di Dio che si manifesta in Gesù. Anche per noi risuona questo messaggio di consolazione e di speranza: Lui ci garantisce, nonostante tutto e al di là di tutto, l’accoglienza affettuosa e piena di tenerezza delle sue braccia di Padre, che mai abbandona chi crede in Lui. Anche noi, come il cieco di Gerico imploriamo il Signore della Vita perché apra i nostri occhi, sicché l’incontro con Lui rinnovi i nostri cuori e ridesti in noi la gioia che non ha fine. Ricorre oggi anche il VI anniversario dell’Ordinazione diaconale del nostro carissimo don Luigi. Come Comunità di credenti ci vogliamo impegnare a pregare per lui e per tutti i diaconi permanenti. Possa il Signore tramite l’azione del Santo Spirito suscitare nuove speciali consacrazione anche in questo ambito di servizio e carità. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini portiamo all’altare la nostra cecità perché siano trasformati nell’Amore che salva e riempie di luce il mondo.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Signore Gesù, vorrei avere anch’io la fede di quel cieco, Bartimeo, e gridarti come lui:
“Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Sì, perché in quel grido potrei esprimere il mio desiderio di vedere la luce, di essere guarito, di venir trasformato e strappato all’oscurità. Signore Gesù, vorrei anch’io come Bartimeo, il cieco di Gerico, avere il coraggio di sbarazzarmi del mantello e di tutto ciò che costituisce un intralcio davanti alla tua chiamata. Sì, perché quando tu passi non posso lasciarmi imprigionare dalle mille cose che assediano il mio cuore e la mia esistenza. Se voglio incontrarti devo correre verso di te, verso la tua voce. Signore Gesù, vorrei anch’io vederci finalmente come quel cieco al quale hai ridonato la vista, uscire dalle tenebre e dalle nebbie in cui sono immerso e distinguere nettamente il tuo volto e la tua strada. Sì, perché solo allora potrò scrollarmi di dosso ogni legame e mettermi a seguirti lungo la via che porta alla croce e alla risurrezione. Grazie o Trinità santissima anche per il dono del diaconato permanente. Grazie per questi nostri fratelli che oltre all’impegno della sponsalità e della paternità si donano anche per il servizio dell’altare, per l’aiuto ai Vescovi e ai sacerdoti. Grazie anche per il dono della vocazione diaconale di don Luigi che in questo luogo e nella chiesa diocesana si dona per il bene dei fratelli e della Chiesa. Amen.

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