Commento alla XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

2 Agosto 2015

«E’ il pane che il Signore vi ha dato in cibo»

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XVIII Domenica del Tempo Ordinario. Avere il pane gratuitamente, senza procurarselo con fatica, farebbe piacere a tutti; così è anche per le folle che cercano Gesù. E Gesù stesso dice loro: «In verità vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di questi pani e vi siete saziati». Purtroppo l’uomo è sempre in bilico: anche se creato per Dio, è legato strettamente alla terra, al pane fisico. Sazio di questo pane si accorge che tutta la terra non risolve la fame del suo spirito; non risolve i suoi perché esistenziali più profondi: che senso ha vivere? Perché il dolore? Perché l’amore…? Perché? Gesù invita ad aver fede in lui, che è il vero pane disceso dal Cielo per dare la vita al mondo. La fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, è la risposta ultima e definitiva di Dio ai nostri interrogativi, alla nostra fame di senso Invochiamo il dono dello Spirito perché cresca in noi questa fede e perché sappiamo testimoniarla con la nostra vita. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di non parlare durante il rito bensì di partecipare alla preghiera.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Per riconoscere Cristo nell’Eucaristia c’è bisogno di fede: rafforziamola mentre presentiamo il pane e il vino, frutti della terra e del nostro lavoro che, per la forza dello Spirito Santo, diventeranno il corpo e il sangue di Cristo il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Quello che chiedi alla folla, Gesù, tu lo domandi ad ognuno di noi. Ci inviti a passare dall’esperienza di un segno incoraggiante ad un rapporto basato sulla fiducia, una fiducia in te, l’Inviato di Dio, una fiducia disinteressata, non fondata su qualche vantaggio, una fiducia che è risposta ad un amore che ci è offerto in modo smisurato. Tu ci conduci verso una relazione autentica che non ha i connotati di una transazione commerciale, che non è dettata dal bisogno di essere sottratti ai casi difficili della vita. Tutt’altro, Gesù! Chi crede in te sa che sei tu il bene più prezioso, tu che sfami e disseti, tu che sostieni e accompagni, tu che dai la vita per l’umanità. Tutto il resto non è decisivo: né la salute, né il benessere, né la ricchezza, né il consenso. Sei tu quello che conta ed è a te che affidiamo questa nostra esistenza. Perché solo tu puoi farci sperimentare una pienezza sconosciuta, una pace senza fine, una dolcezza e una gioia che si aprono sull’eternità.

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