Commento alla XXII Domenica del Tempo Ordinario – anno A

Domenica 31 Agosto 2014
“Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo…”

 

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XXII domenica del tempo ordinario. L’inizio della seconda parte del racconto di Matteo pone i discepoli di fronte a una scelta di fede: se Pietro crede davvero nel Cristo, non può ostacolarlo, ma deve seguirlo. Credere in Gesù infatti significa anzitutto accettare la parola di Dio, anche se sconvolgente come lo è stata per Geremia e superare la crisi con un fiducioso abbandono, in una costante ricerca mossa da profondo desiderio. Concretamente inoltre la fede cristiana comporta una stretta somiglianza con il Cristo, al punto che il suo stile di offerta vivente diviene vita vissuta e non resta semplice teoria religiosa. Ha fede chi è disposto a seguire docilmente il suo maestra, imitandolo nella vita e nella morte. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari e l’importanza di partecipare alla preghiera senza parlare come se si fosse a uno spettacolo.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte raccolte nei cestini offriamo al Signore la capacità di non ripiegarci su noi stessi e di poter sempre scegliere la sua Parola.

RINGRAZIAMENTO
G – Capita anche a noi, Signore, di metterci senza indugio per le tue vie e di cogliere con chiarezza i contorni del tuo progetto d’amore. Capita anche a noi, Signore, di trovarci immersi nella tua luce e di riuscire a decifrare i percorsi della tua volontà. Ma poi, proprio come ha fatto Pietro, ci montiamo la testa e pretendiamo di metterci davanti a te, di darti consigli, suggerimenti, di costringerti a prendere per buono il nostro modo di vedere, di giudicare, i nostri criteri di efficacia e di successo. Allora, Signore, la tua parola ci raggiunge in modo duro, determinato e ci riconduce alla realtà. Ci obbliga a fare i conti con quello che vorremmo allontanare dalla nostra esistenza: il fallimento della croce, il passaggio inesorabile attraverso la sofferenza, il dolore, la percezione di dover marcire come il seme nel grembo della terra. E tu ci rimetti al nostro posto, ci strappi ad ogni illusione, ad ogni sogno dorato di gloria. Si, ogni tuo discepolo deve porsi dietro a te, non davanti, come colui che segue i tuoi passi, non come chi traccia il cammino.

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