Commento alla XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

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XV Domenica del Tempo Ordinario – A
Domenica 13 Luglio 2014

“Ecco, il seminatore uscì a seminare…”

 

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XV domenica del tempo ordinario. Il versetto alleluiatico che introduce il Vangelo diventa in questa domenica la chiave di lettura di tutti i testi proposti: Il seme è la Parola di Dio e il Seminatore è Cristo: chiunque trova lui ha la vita eterna. Cristo stesso infatti è la parola di Dio, il seme che muore per produrre frutto: a coloro che lo accolgono è donato il Regno, perché questo è il desiderio efficace di Dio. Chiudere gli occhi per non vederlo e comprendere significa, invece, restare prigionieri della caducità e non partecipare all’attesa cosmica della piena redenzione. Il silenzio orante ci aiuterà a comprendere ancora meglio i testi che oggi ci vengono offerti e i cellulari spenti non disturberanno questo profondo incontro con il Signore Dio.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte raccolte nei cestini rappresentano la nostra volontà di donarci al Signore. Li portiamo all’altare perché di lì diventino grazia per tutti i popoli.

RINGRAZIAMENTO
G – La gente si stringe attorno a te per intendere la tua parola Gesù, al punto che tu devi salire su di una barca e scostarti un po’ dalla riva. Ecco una scena che, senz’altro, ti riempie di gioia e tutta via tu non rinunci a far emergere un aspetto che potrebbe essere ignorato mentre è determinante. Basta ascoltare la tua Parola, basta provare entusiasmo, accoglierla nella gioia? No, ciò che conta veramente è che essa porti frutto, altrimenti è sprecata: come un chicco di grano da cui non nasce una spiga… Se invece viene messa in pratica, se passa dagli orecchi al cuore e raggiunge le mani, allora questa parola produce effetti sorprendenti, del tutto imprevisti…. Si, come una spiga dai cento chicchi che nessun agricoltore del tuo tempo ha mai visto… E’ vero, Signore Gesù, è quello che sperimento anch’io: se la prendo sul serio, se rinuncio ad annacquarla, a piegarla ai miei interessi, la parola ha in sè una forza che trasforma la mia terra.

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