Commento alla Solennità dei S. Apostoli Pietro e Paolo – Anno A

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Santi Apostoli Pietro e Paolo – A
Domenica 29 Giugno 2014

“Sono questi i Santi che hanno fecondato con il loro sangue la Chiesa”

INTRODUZIONE
G – L’antichissima tradizione della Chiesa romana celebra nel giorno 29 giugno la “depositio” dei santi martiri Pietro e Paolo, principi degli Apostoli. La solennità di oggi sottolinea che la nostra fede, e quindi la nostra celebrazione, sono sempre inserite nella tradizione apostolica: viviamo e trasmettiamo quello che a nostra volta abbiamo ricevuto. I testi che oggi la liturgia ci offre sono radicati nella volontà di presentarci due figure di grande rilievo e importanza. La prima lettura e il Vangelo ci presentano la figura di Pietro mentre la seconda letture quella di Paolo. Due esperienze diverse che si congiungono insieme e diventano la forza dell’evangelizzazione e della stabilità apostolica. Anche noi siamo chiamati a fondere insieme la nostra vita e l’esperienza di fede per crescere nella sinergia e nella corresponsabilità dell’essere una sola famiglia. Come sempre ricordiamo di spegnere i cellulari e di dare spazio alla preghiera comunitaria senza parlare durante il rito.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Assieme al pane, al vino, al cesto di solidarietà e le offerte raccolte nei cestini portiamo all’altare i nostri cuori, le nostre famiglie e la Chiesa universale, perché siano santificati dallo Spirito del Cristo risorto.

RINGRAZIAMENTO
G – Tu, Gesù, l’hai scelto come pietra su cui costruire la tua Chiesa, la comunità chiamata a continuare la tua missione fino al tuo ritorno. Non l’hai fatto perché Pietro era dotato di particolari competenze o di risorse acquisite grazie a corsi di studio superiori. Non è stata neppure la certezza di poter contare sulla sua fedeltà, sul suo coraggio e sulla sua solidità, in qualsiasi frangente. Tu sapevi bene che ti avrebbe rinnegato nel momento drammatico della tua cattura e della tua condanna. No, a muoverti è stata la sua fede, quella fede a cui egli dà espressione nel vangelo di oggi, con parole semplici e chiare, quella fede che non nasce da un percorso personale di conoscenza, ma da un dono di Dio, da una grazia. Quella fede che si rivelerà più forte della sua fragilità, dei suoi smarrimenti, della sua presunzione, quella fede in cui lui stesso ha bisogno di conversione per poter poi svolgere il ruolo che gli hai assegnato, quello di confermare i suoi fratelli.

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