Programma Mensile Novembre 2017

Novembre 2017Scarica il File

Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto.

 

Carissimi,

           questo mese ci porta inevitabilmente a sentirci vicini alla conclusone di un altro anno. Un anno, il 2017, carico di storia e di realizzazioni che ciascuno di noi è riuscito a fare grazie alla propria volontà, capacità e forza. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di compiere, ancora una volta, questo cammino di fede – antico e sempre nuovo – nella grande famiglia spirituale della Chiesa! È un dono inestimabile, che ci permette di vivere nella storia il mistero di Cristo, accogliendo nei  solchi della nostra esistenza personale e comunitaria il seme della Parola di Dio, seme di eternità che trasforma dal di dentro questo mondo e lo apre al Regno dei Cieli. Nell’itinerario delle letture bibliche domenicali ci ha accompagnato il Vangelo di san Matteo, tra le tante meditate, vorrei condividere con voi una parte del   discorso di Gesù sulla fine dei tempi. In questo discorso, c’è una frase che colpisce per la sua chiarezza sintetica: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mc 13, 31). L’espressione “il cielo e la terra” è frequente nella Bibbia per indicare tutto l’universo, il cosmo intero. Gesù dichiara che tutto ciò è  destinato a “passare”. Non solo la terra, ma anche il cielo, che qui è inteso appunto in senso cosmico, non come sinonimo di Dio. La Sacra Scrittura non conosce ambiguità: tutto il creato è segnato dalla finitudine, compresi gli elementi divinizzati dalle antiche mitologie: non c’è nessuna confusione tra il creato e il Creatore, ma una differenza netta. Con tale chiara distinzione, Gesù afferma che le sue parole “non passeranno”, cioè stanno dalla parte di Dio e perciò sono eterne. Pur pronunciate nella concretezza della sua esistenza terrena, esse sono parole profetiche per eccellenza, come afferma in un altro luogo Gesù rivolgendosi al Padre celeste: “Le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno  veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Gv 17, 8). In una celebre parabola, Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (cfr. Mc 4, 14): coloro che l’ascoltano, l’accolgono e portano frutto (cfr. Mc 4, 20) fanno parte del Regno di Dio, cioè vivono sotto la sua signoria; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione che si manifesta già ora in una vita buona, animata dalla carità, e alla fine produrrà la risurrezione della carne. Ecco la potenza della Parola di  Cristo. Pertanto concludendo questo tempo che ci ha visti protagonisti di tante cose mi piacerebbe tanto che tra tutto rrimanga sola la Parola di Dio annunziata e meditata, mi piacerebbe che il bilancio sia positivo perché avendo fatto esperienza della vera conversione ci siamo lasciati plasmare dall’azione dello Spirito Santo. La Vergine Maria è il segno vivente di questa verità. Il suo cuore è stato “terra buona” che ha accolto con piena disponibilità la Parola di Dio, così che tutta la sua esistenza, trasformata secondo l’immagine del Figlio, è stata introdotta nell’eternità, anima e corpo, anticipando la vocazione eterna di ogni essere umano. Facciamo nostra la sua risposta all’Angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1, 38), perché, seguendo Cristo sulla via della croce, possiamo giungere pure noi alla gloria della risurrezione.

 don Francesco, parroco.