Commento alla XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Marco 9,38-43.45.47-48: "Semplicità...". (Commento di don Franco  Mastrolonardo) - Preghiere in Audio

– 26 Settembre 2021 –

«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome […] non perderà la sua ricompensa»

INTRODUZIONE

G. –  Celebriamo oggi la  XXVI domenica del Tempo Ordinario. Il bene nel nome del Signore non ha confini. «Fossero tutti profeti nel popolo di Dio» (Nm 11,29). Così la liturgia della Parola di questa domenica ci insegna a evitare il male e ad essere sempre felici del bene, da chiunque esso sia compiuto. La prima lettura narra come lo Spirito di Dio scende sui collaboratori di Mosè e su altri due, rivelando la libertà dei doni del Signore. La seconda lettura (Lettera di Giacomo), critica gli empi, i ricchi e gli oppressori dei giusti, aiutando a capire il giudizio di Dio. Nel vangelo, Gesù permette che si facciano miracoli nel suo nome, anche da parte di chi non è suo discepolo. Il bene ha origine sempre dal Signore: anche il più piccolo gesto, come dare un bicchiere d’acqua, ai suoi occhi è prezioso. Essere capaci di riconoscere il bene e apprezzarlo, ovunque sia fatto e senza invidie, è tanto decisivo per la salvezza quanto evitare il male. Perciò non bisogna scandalizzare i piccoli della comunità. Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo a Dio la capacità di non chiudersi per aiutare l’altro.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Come ogni gruppo, Gesù, anche il nostro fa valere il suo “spirito di corpo” e si difende dagli estranei che pretendono adottarne comportamenti e messaggi, anche se non ne fanno parte. Come ogni gruppo, Gesù, anche il nostro è geloso del potere che gli hai conferito: potere di risanare e guarire, di liberare dal male e perdonare. Come può, uno che non è dei nostri, che non ha compiuto il nostro itinerario, che non è stato come noi alla tua scuola, che non ha condiviso i nostri giorni, compiere gli stessi nostri miracoli? Ma tu, Gesù, non ti dai pensiero per quello che sta accadendo. Se uno sta compiendo il bene, usando il tuo nome, non può, poi, esserti ostile, anche se non indossa la nostra casacca, anche se non esibisce il nostro distintivo, anche se non adotta il nostro stile. Se ci dev’essere determinazione tu non la indirizzi verso quelli che fanno cose buone, ma non portano i nostri segni di riconoscimento. Chiedi di essere decisi, invece, verso gli scandali che turbano e offendono i piccoli, verso il male che attecchisce nella nostra esistenza, la deturpa e la rovina.