Commento alla XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Renderà a ciascuno secondo le sue azioni | Vita Diocesana Pinerolese

– 12 Settembre 2021 –

«Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»

INTRODUZIONE

G. –  Celebriamo oggi la  XXIV domenica del Tempo Ordinario. Lo scandalo del Messia sofferente. «Tu sei il Cristo» (Mc 8,30), riconosce Pietro. Gesù è l’umile Messia atteso di Dio, il Servo-Figlio amato fin dal battesimo (Mc 1,11), da ascoltare e da seguire: lui solo, infatti, è il nostro Salvatore. La prima lettura, dal libro del profeta Isaia, parla del Servo sofferente del Signore, profeta innocente, iniziato all’ascolto della Parola. La seconda lettura, dalla Lettera di Giacomo, aiuta a capire che è davvero viva solo la fede che porta ad agire verso i fratelli bisognosi. Nel vangelo, tratto dal racconto di Marco, Pietro riconosce in Gesù il Messia, il Cristo, l’Unto di Dio. Appena il Maestro parla della sua passione e morte, Pietro lo prende in disparte e lo rimprovera: non può essere questa l’immagine del Messia! Gesù usa parole dure verso Pietro: gli vuole bene e lo corregge. Pietro stesso scriverà che siamo chiamati «ad imitare e seguire Gesù che ha sofferto per noi» (1 Pt 2,21). Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo a Dio la solidarietà che apre all’azione del cuore di Dio.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Gesù, siamo anche noi come Pietro e riconosciamo con gioia che tu sei il Cristo. Non uno dei profeti, per quanto illustre e amato, ma il Messia atteso, colui che viene a salvarci. Ma anche noi, Gesù, proprio come Pietro, poi pretendiamo di dirti come devi realizzare il progetto di Dio, per quale strada metterti e quali pericoli evitare. Ragioniamo con la nostra testa e vorremmo che tu ti adeguassi ai nostri criteri umani, alla nostra saggezza di vita. Lo facciamo in buona fede perché vorremmo risparmiare a te e a noi passaggi difficili come la sofferenza, situazioni drammatiche come la croce. E ti auguriamo invece il successo, un consenso larghissimo, il trionfo su tutti i tuoi nemici. È inevitabile perché continuiamo ad immaginarti come un superuomo e ignoriamo che le vie di Dio sono diverse da quelle degli uomini. Sono percorsi di amore, e quando si ama si va incontro ad ogni pericolo, ad ogni rischio, compreso quello di essere osteggiato, rifiutato, deriso e addirittura messo a morte.