Commento alla Domenica delle Palme – Anno B

–  28 Marzo 2021 –

«Benedetto colui che viene nel nome del Signore»»

 

INTRODUZIONE

G. –  Celebriamo oggi il solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme. La sofferenza del Figlio. È evidente che nella domenica delle Palme il fil rouge della parola di Dio è la riflessione sul brano evangelico della passione di Gesù, dalle ultime ore con i discepoli fino alla morte (vangelo). I primi cristiani, per individuare la continuità tra la storia della salvezza biblica anticotestamentaria e la vicenda inedita del loro Messia, hanno cercato testi, personaggi e situazioni che potessero rendere ragione di quel destino di morte così orribile. Tra essi vi è la figura del servo di Dio,descritta da Isaia nei suoi tratti più cruenti (prima lettura), che per annunciare la Parola che Dio gli affidasubisce una sorte ignobile da parte degli uomini. Fa da cassa di risonanza alla vicenda di Gesù crocifisso l’inno paolino della seconda lettura, tratto dal secondo capitolo della Lettera ai Filippesi, che interpreta con la dinamica dell’abbassamento (kénosi)e dell’esaltazione ad opera di Dio Padre,la paradossale vicenda del Figlio incarnato,spogliatosi di tutto e rivestito del nome«che è al di sopra di ogni nome». Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la capacità di saperci privare dell’essenziale per offrirlo a chi non ha nulla.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. –  Se c’è un equivoco, Gesù, non durerà ancora a lungo. Che effetto ti ha fatto l’entusiasmo della folla, i mantelli stesi sulla strada assieme alle fronde degli alberi, le grida di gioia con cui ti riconoscono come il Messia promesso a Davide? Tu sai che di lì a poco chiederanno di metterti a morte, di inchiodarti ad una croce. Tu ti prepari al momento in cui sarai abbandonato nelle mani dei tuoi nemici, condannato dai rappresentanti del tuo popolo, deferito al procuratore romano. Non blocchi chi ti acclama sperando di trovare in te il condottiero che scaccerà i romani, il re che riporterà Israele allo splendore di un tempo. Ma non li incoraggi nemmeno. Chi ti vede entrare in Gerusalemme a dorso di un asino non può ignorare le parole del profeta: sì, tu sei un re di pace, mite e misericordioso, non ricorri alla potenza di Dio per sbarazzarti degli ostacoli, non sei venuto a sbaragliare i tuoi oppositori. Vieni per salvare, non per giudicare, vieni disarmato, disposto