Commento alla XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Per Dio e il prossimo lo stesso amore – Parrocchia di Marcellinara

– 25 Ottobre 2020 –

«Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”»

INTRODUZIONE

G. – L’amore, origine e compimento della Legge. Celebriamo oggi la XXX domenica del tempo ordinario. L’amore per l’uomo, per ogni uomo, deve concretizzarsi soprattutto nell’accoglienza e nella difesa dell’orfano, della vedova e dello straniero, vale a dire delle categorie più disagiate e bisognose di aiuto. Nella prima lettura, il passo del libro dell’Esodo offre una motivazione a tutto questo: «perché anche voi siete stati forestieri in Egitto». Non si tratta di un semplice ricordo: è un unirsi a ciò che Dio ha fatto e Israele ha sperimentato. Non è tanto la propria condizione che dev’essere ricordata, ma la solidarietà di Dio: eri schiavo e Dio è intervenuto per liberarti. Hai visto come Dio si comporta verso chi sta vivendo una situazione difficile: tu dunque fai altrettanto. Nella seconda lettura vediamo come i Tessalonicesi mediante l’accoglienza della «Parola» sono passati dal culto degli idoli al culto dell’unico Dio vivo e vero. L’immagine che l’apostolo usa è quella di una cassa di risonanza che non trattiene il suono, ma lo amplifica e lo diffonde: «La parola del Signore “risuona” per mezzo vostro […] dappertutto». Già nell’Antico Testamento esisteva il duplice comandamento dell’amore, ma Gesù lo anima di uno spirito nuovo. Nel vangelo, egli ci dice che il comandamento dell’amore del prossimo è simile a quello dell’amore verso Dio, perché tutto ciò che facciamo a uno dei nostri fratelli è come se lo facessimo a Dio. Gesù riassume in questo comandamento tutto ciò che Dio ci domanda per vivere da suoi veri. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore il ringraziamento per ogni suo dono.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Non è un interrogativo da poco e per questo, Gesù, tu lo prendi sul serio e per Matteo sei tu stesso a rispondere. Non importa che a porlo sia qualcuno riconosciuto come competente nelle Sacre Scritture. Non importa neppure che si rivolga a te solo per metterti alla prova, per saggiare il tuo insegnamento. Prendendo la parola, tu vai subito all’essenziale, a ciò che conta veramente. Non ti perdi nei meandri delle regole dettate dalla devozione, non ti fermi a contemplare le paretine di cartongesso che piacciono tanto a chi non sa decifrare i muri portanti. La risposta c’è già nell’Antico Testamento: è chiara e netta, senza possibilità di equivoci. Quello che conta è l’amore per Dio, ma non un amore qualsiasi, che funziona solo quando ne abbiamo voglia o gli riserva le frattaglie dei nostri giorni. L’amore autentico per Dio assorbe tutte le energie, le forze, le capacità di una persona, il cuore e la mente, i sentimenti e la volontà. E altrettanto decisivo è anche l’amore per il prossimo, un amore che è basato su un ragionamento molto evidente: l’altro, qualsiasi altro, è come me. Ha la mia stessa dignità, i miei stessi diritti.