Commento alla Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo – Anno A

Festa dell'Assunzione di Maria | COMBONIANUM – Spiritualità e Missione

– 15 Agosto 2020 –

«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo»

INTRODUZIONE

G. – Maria, la beatitudine della fede. Nella solennità dell’Assunzione della Vergine Maria in cielo la parola di Dio che la liturgia propone si orienta su due aspetti. Uno che profuma di terra, l’altro che profuma di cielo. Il vangelo di Luca presenta la Vergine Madre, incinta di Gesù, a casa di Elisabetta. C’è da glorificare, magnificare e ringraziare il Signore per le grandi opere che ha compiuto e compie. Il “sì” delle due donne s’incontra in una città della Giudea verso la quale Maria s’incammina. Immagine della Chiesa in cammino verso la Gerusalemme del cielo. E del cielo, seconda prospettiva, parla la seconda lettura, tratta dalla prima lettera ai Corinzi. Il fondamento di tutto è il Signore risorto, primizia di coloro che sono morti. È il germoglio, la vita che non muore, nella quale tutte le altre vite prendono origine e forza. Maria vive da risorta grazie alla primizia che è il suo Figlio Gesù. Nella prima lettura la donna è preservata dalla furia del drago, immagine del male. La violenza del mostro non la tocca e il figlio può essere messo in salvo. La festa dell’Assunzione ci invita quindi a riflettere anche sul “mistero” del corpo umano. Nella sua bellezza e nella sua sofferenza esso rivela sempre l’amore del Padre, che anche alla nostra carne mortale ha riservato un destino di gloria eterna. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore l’infinita forza dell’amore.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Il cantico di Maria, la Madre tua, dà voce alla moltitudine dei credenti: è la lode che sgorga da tutti coloro che, uomini e donne del popolo di Israele, hanno sperimentato la bontà di Dio e hanno constatato come egli trasformi la vita di quelli che gli si affidano e ne faccia qualcosa di meraviglioso e di grande. È il cantico della gratitudine, della gioiosa sorpresa dei poveri che non hanno qualità o meriti da vantare e proprio per questo hanno scoperto che valeva la pena lavorare non per i propri, ridotti progetti, ma per il disegno di Dio. È il cantico di tutti i tuoi discepoli, Gesù, di quel nuovo popolo di Dio che è la Chiesa, popolo che proviene da ogni lingua, cultura e nazione, popolo che partecipa alla tua passione, morte e risurrezione gloriosa. La Madre tua, Maria, in effetti, è il capofila di tutti i redenti. Sì, perché per prima ha condiviso, anima e corpo, con tutto il suo essere, la trasfigurazione della gloria. La Madre tua è per tutti noi, pellegrini su questa terra, ma destinati alla pienezza della tua pace, un segno di consolazione e di sicura speranza.  Nulla, Gesù, ci potrà separare da te, dal tuo amore, dalla tua misericordia, nulla potrà strapparci, nonostante la nostra fragilità, al destino di gioia che ci attende.