Commento alla IV Domenica di Quaresima – Anno A

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– 22 Marzo 2020 –

 «Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la IV domenica di Quaresima. Comportatevi da figli della luce. I bisogni dell’uomo, fisici e spirituali, sono tanti: mentre domenica scorsa il simbolo di questi bisogni era l’acqua, oggi il simbolo che ne diventa espressione è la luce. Così la guarigione di un uomo cieco dalla nascita, descritta nel vangelo odierno, si fa immagine del nostro cammino interiore di fede. Credere da cristiani è cercare e accettare la luce di Gesù nella nostra quotidianità, una scelta mai scontata e che non può mai farci sentire definitivamente “a posto”. Perciò chiede di tradursi in un comportamento da figli di questa luce ricevuta in dono fin dal battesimo. Non possiamo dunque adeguarci al pensiero unico del mondo che prescinde dalla luce di Cristo. Di un nuovo modo di “vedere” parla il vangelo: il cieco nato che riacquista la vista diventa capace di vedere Gesù con occhi diversi da quelli biologici, poiché vede in lui la rivelazione di Dio. In osservanza alle disposizioni Governative e dei Vescovi italiani per il contenimento del COVID-19 (Coronavirus) la celebrazione di questa messa viene fatta in assenza di popolo e trasmessa in diretta tramite i social. Si chiede a quanti vi prenderanno parte di predisporsi spiritualmente creando il giusto clima di preghiera e di comunione spirituale.

 

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore i frutti di tutta la quaresima.

 

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Vedere la realtà con i propri occhi, discernere i contorni delle cose, distinguere l’effimero, il superficiale, da ciò che è essenziale ed eterno: tutto questo, Gesù, non è un diritto, ma un dono. Ecco perché siamo tutti, come quell’uomo, dei ciechi dalla nascita, che non hanno mai visto la luce. Ed ecco perché abbiamo bisogno che sia tu stesso ad aprirci gli occhi, a guarire la nostra perdurante cecità e ad offrirci la possibilità di vedere finalmente ciò che conta: non l’apparenza, ciò che è fuggevole, ma la profondità, il senso di ciò che accade. Per questo oggi noi ti invochiamo: tu che sei la luce del mondo, che dirada le spesse tenebre della storia, guarisci i nostri occhi e il nostro cuore. Scaccia il buio che ci portiamo dentro e che rende opachi i nostri pensieri, rischiara il nostro cammino, insegnaci a distinguere il bene dal male, rendi luminosi i nostri giorni. Tu che sei la luce del mondo, fa’ che ti accogliamo nella nostra esistenza e non resistiamo al tuo dono, fa’ che accettiamo quello che ci riveli su noi stessi, sul nostro passato, sulle possibilità inedite che ci vengono offerte. Tu che sei la luce del mondo, togli da noi la presunzione di trovare da soli la strada della felicità.