Commento alla Solennità dell’Ascensione – Anno C

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– 2 giugno 2019 –

 Gesù disse ai suoi discepoli: «Ecco io mando su di voi colui che il Padre mi ha promesso…»

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la festa dell’Ascensione del Signore. Il tempo della Chiesa, che inizia con l’ingresso di Gesù nel cielo, cioè con l’affermazione della sua signoria universale, non sarà un tempo di attesa passiva, ma si caratterizzerà attraverso la missione di portare il Vangelo a tutte le nazioni, contribuendo così alla trasfigurazione della terra. Ora è il tempo di intraprendere la missione affidata dal Risorto: essere suoi testimoni, con la forza dello Spirito, sino ai confini della terra. La Parola proclamata nella liturgia ci rimanda al centro della nostra fede: il vangelo e la prima lettura, narrando l’ascensione di Gesù al cielo, annotano anche la reazione dei discepoli, che non è di avvilimento o di de-pressione, ma esperienza di una gioia intensa. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore il desideri odi cambiare in bene il male.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Gerusalemme è stato il traguardo del tuo viaggio, Signore Gesù: lì è avvenuto il compimento in modo del tutto inaspettato attraverso la tua passione, morte e risurrezione. Gerusalemme ora diventa il punto di partenza perché il tuo Vangelo deve raggiungere tutti i popoli della terra. Comincia un capitolo nuovo della storia della salvezza in cui c’è bisogno di testimoni: non di spettatori che si limitano a battere le mani, entusiasti, ma di protagonisti che parlano in prima persona, in base a quello che hanno visto e sperimentato, di uomini e donne che rischiano la loro esistenza, con fiducia, per contribuire a costruire un mondo nuovo, una terra abitata dalla fraternità e dalla giustizia. I tuoi discepoli, di ieri e di oggi, sanno che ora tocca a loro: la tua missione deve essere continuata, ma tu resti vicino, anche se in modo nuovo. Ecco perché non c’è ombra di tristezza sui loro volti e nei loro cuori. Al contrario sono custoditi dal tuo amore e per questo sono ricolmi di gioia. Sanno che un giorno condivideranno la tua pienezza, presso Dio.