Programma Parrocchiale Mensile Novembre 2018

Novembre 2018

Scarica il programma completo cliccando —– > Scarica il File

“Essere cristiani senza la preghiera non è diverso che essere vivi senza respirare”.

Carissimi,

           dopo aver celebrato la Peregrinatio Mariae straordinaria nel mese di  ottobre ci apprestiamo a incrociare il penultimo mese dell’anno: Novembre. Un mese particolare che ci invita a riflettere sulla realtà ultraterrena. La Chiesa ha avuto molte occasioni per proclamare la sua fede nella risurrezione di tutti i morti alla fine dei tempi. Si tratta in qualche modo della “estensione” della Risurrezione di Cristo, «il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8, 29) a tutti gli    uomini, vivi e morti, giusti e peccatori, che avrà luogo quando Egli verrà alla fine dei tempi. Con la morte l’anima si separa dal corpo; con la risurrezione corpo e anima si ricongiungono, e per sempre (cfr. Catechismo, 997). Il dogma della risurrezione dei morti, mentre parla della pienezza della immortalità alla quale è destinato l’uomo, ci ricorda la sua grande dignità, anche del suo corpo. Ci parla della bontà del mondo, del corpo, del valore della storia vissuta giorno dopo   giorno, della vocazione eterna della materia. Per questo, contro gli gnostici del II secolo, si è parlato della risurrezione della carne, vale a dire della vita dell’uomo nel suo aspetto più materiale, temporale, mutevole e apparentemente caduco. San Tommaso d’Aquino pensa che la dottrina sulla risurrezione è naturale in ciò che riguarda la causa finale (perché l’anima è fatta per stare unita al corpo, e viceversa), però è soprannaturale in ciò che riguarda la causa efficiente (che è Dio) [1] . Il corpo risuscitato sarà reale e materiale; però non terreno, né mortale. San Paolo si oppone all’idea di una risurrezione come trasformazione che avviene all’interno della storia umana, e parla del corpo     risuscitato come “glorioso” (cfr. Fil 3, 21) e “spirituale” (cfr. 1 Cor 15, 44).  La risurrezione dell’uomo, come quella di Cristo, avverrà, per tutti, dopo essere morti. La Chiesa non promette agli uomini, in nome della fede cristiana, una vita di successo su questa terra; non ci sarà un mondo utopico, perché la nostra vita terrena sarà sempre segnata dalla Croce. Allo stesso tempo, avendo ricevuto il Battesimo e l’Eucaristia, il processo della risurrezione è già cominciato in qualche modo (cfr. Catechismo, 1000). Oggi non si parla più della vita oltre la morte ma solo del dolore della morte. Un errore grande che ci porta a vivere la frammentarietà del nostro essere limitati. Cristo risorgendo dalla morte ha aperto la via della risurrezione a tutti noi che, nella fatica del tempo e della storia, cerchiamo di accogliere con fede il suo Vangelo e di viverlo in pienezza. Mi fa riflettere anche come la festa di tutti i Santi sia sempre più supplita da Halloween: nulla contro la festa in se ma se questa ci deve trasformare in morti deturpati, farci prendere a sassate un pulmino ferendo i passeggeri, imbrattare le strade e perderci nello sballo per poi investire con l’auto dei coetanei credo che bisogna riflettere molto più e meglio. Il Signore ci offre tramite la Chiesa l’opportunità di brillare in bellezza e di non essere annichiliti dalla morte fisica, ora spetta a noi cercare di capire a chi porre la nostra attenzione. Buona festa di S. Martino compatrono della Comunità e Santo dal cuore grande perché tanto ha amato Dio e i fratelli.

             don Francesco, parroco.