Commento alla XIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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– 12 Agosto 2018 –

 «…Io sono il pane vivo, disceso dal cielo»

 

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XIX Domenica del Tempo Ordinario. Continuando la riflessione su Gesù “pane di vita” la liturgia invita oggi a riflettere sul significato della “vita nuova” che egli porta: rivelandoci il volto di Dio come volto di Padre, mostra a noi anche la nostra dignità di figli e ci apre alla possibilità di realizzare in pienezza la nostra vita. Egli indica come “eterna” la qualità di questa vita piena: non si tratta soltanto di una vita senza fine, ma piuttosto di partecipare già ora alla vita stessa di Dio, che supera ogni forma di morte: la nostra dignità di figli ci libera da ogni dipendenza e schiavitù terrena, pone il nostro valore in una dimensione più essenziale e più elevata, che nessuno e nulla ci può sottrarre. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la vita che vince la morte.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Se tu fossi stato paracadutato direttamente dall’alto o almeno da una famiglia che conta perché appartiene alla cerchia dei potenti, al numero ristretto dei nobili, all’aristocrazia del Tempio… Allora, con ogni probabilità, ti avrebbero accordato fiducia. Ma tu, Gesù, provieni da un modesto villaggio della Galilea e la tua vita per tanti anni è stata quella di tanta po.a gente che stenta per andare avanti, che si ammazza di fatica, che conosce anche la penuria e i disagi infiniti di chi non ha mezzi… Come può Dio servirsi di un uomo che ha fatto il falegname, come Giuseppe, di uno che fino a quel momento non ha fatto parlare di sé e che ora pretende addirittura di essere essenziale, insostituibile, per ricevere la vita stessa di Dio? La difficoltà, in fondo, è sempre la stessa: passare attraverso la tua carne, attraverso la tua parola semplice che ognuno può comprendere e che obbliga a fare i conti con il cambiamento del cuore, tendere la mano come dei poveri per avere in dono un pane che non ci guadagniamo perché sei tu, offerto per la gioia degli uomini.