Commento alla VI Domenica del Tempo di Pasqua – Anno B

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 – 6 Maggio 2018 –

 «Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando»

 

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la VI Domenica di Pasqua. Non è difficile trovare la parola chiave della liturgia di oggi: amore. Ma che cosa significa amare? Ci sono, infatti, molti modi di essere qualificati con il termine “amore” che spaziano dall’avidità alla gratuità, dalla ricerca del piacere al dono della vita: «dall’amore di sé fino al disprezzo di Dio, all’amore di Dio fino al disprezzo di sé» (s. Agostino).  Consapevoli di questa ambiguità, le letture ci conducono in una sorta di percorso di verifica della qualità del nostro amore. Il vangelo è focalizzato sul ‘come’ dell’amore ponendo al centro della nostra riflessione l’unico comandamento di Gesù: «che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato». L’amore gratuito, l’amore che si fa servizio fino al dono della vita, diviene così l’unico ‘obbligo’ del discepolo. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore l’occasione per vincere il buio e le povertà materiali.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Lo ammetto: ho una certa allergia ai comandi, alle prescrizioni, agli obblighi, a tutto quello che ha il sapore del dovere. Ma tu non vuoi che il mio rapporto con te sia solo all’insegna del sentimento, delle emozioni, delle impressioni. Per questo, Gesù, mi poni davanti un riscontro oggettivo su cui verificarmi. Tu mi chiedi di amare, di amare tutti, senza distinzioni, di amare sempre, anche quando non è spontaneo, di amare anche gli antipatici, quelli addirittura che mi sono ostili, nemici. Ma non è una regola eccessiva, impossibile, troppo ardita? Non è destinata a rimanere un sogno, un’illusione, una chimera? In questo nostro mondo viene spontaneo imporsi, esibire la propria forza, dimostrare di vincere ad ogni costo, di saper reagire senza ripensamenti, ribattendo colpo su colpo, offesa su offesa. Non mi chiedi per caso di entrare nelle file dei deboli, degli incapaci, degli eterni sconfitti, dei perdenti, di coloro che rinunciano a tanti progetti? Ma quello che mi chiedi, Gesù, tu non lo hai forse vissuto per primo? Sì, tu sei colui che non ha esitato ad amare senza chiedere contraccambio, ad offrire se stesso fino in fondo.