Commento alla IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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– 28 Gennaio 2018 –

 «Nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare…».

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la IV domenica del tempo ordinario. Dio guida il nostro cammino attraverso la vita e la parola di Gesù: questo è il significato dell’affermazione centrale nel vangelo di oggi, secondo cui egli «insegna con autorità». Può lasciare il suo segno nella nostra vita personale e comunitaria se, credendo in lui, sappiamo accogliere e testimoniare la sua autorevolezza. La comprensione della nostra storia personale ed ecclesiale secondo la logica di Dio, e non secondo i criteri di potere degli uomini, ci viene fornita dalla Parola che Gesù ha messo nelle nostre mani, come parola che rivela il progetto che Dio ha su di noi. Questa parola, dunque, vive in noi e nella comunità solo se in essa riconosciamo la forza e la vita di colui che ce l’ha affidata. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore il frutto del lavoro di ogni giorno.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Gesù, non c’è nessuno che parli di Dio come fai tu, e la gente se ne è accorta. Il tuo insegnamento non nasce da sentenze apprese nel tempo, non è una dottrina costruita con l’ascolto paziente di tanti maestri e non è neppure il frutto della consultazione di tanti rotoli. Quello che dici è, in fondo, il respiro della tua esistenza, l’amore che ti lega al Padre, il rapporto unico ed originale da cui sgorga ogni parola e ogni gesto. Ecco perché tutti avvertono la forza travolgente che emana da te e che può trasformare ogni persona, liberandola da tutto ciò che la tiene prigioniera, incatenata ad un male che logora, ad una sofferenza che non ha fine. In effetti tu non ti limiti ad indicare la guarigione, ma la realizzi, la rendi possibile. Tu non tracci solamente la strada, ma trasmetti l’energia per affrontarla. Tu non sei uno che esorta ad una vita nuova, ma la doni concretamente con la tua misericordia che trasfigura, con la tua saggezza che orienta, con la tua determinazione nel lottare contro ogni potenza oscura che attenta alla nostra dignità e alla nostra gioia.